A cura del team SCUDO ITALIA
L’allentamento delle misure anti-covid19 e il progressivo ritorno ad un regime produttivo ordinario consentono ora di affrontare la tematica della sicurezza delle filiere strategiche nazionali in modo più sereno e in una prospettiva di medio-lungo periodo.
Il governo italiano sta intervenendo con un provvedimento ad hoc (tramite il DPCM di integrazione della Legge 56/2012), attualmente all’esame delle commisioni parlamentari.
Il giorno 8 aprile 2020 è stato infatti pubblicato in G.U. il Decreto Legge nr. 23 avente come oggetto “Misure urgenti in materia di accesso al credito e di adempimenti fiscali per le imprese, di poteri speciali nei settori strategici, nonché interventi in materia di salute e lavoro, di proroga di termini amministrativi e processuali”, a cui ha fatto seguito l’emanazione della bozza del DPCM in materia di poteri speciali (Golden Power)
Il “decisore politico” sta pertanto adottando due misure importanti per la protezione delle filiere strategiche nazionali: ampliamento del campo di applicazione rispetto alle precedenti definizioni di cui alla Legge 56/2012 e rafforzamento delle azioni di protezione per gli asset interessati.
Un punto di attenzione particolare si pone a questo punto per gli operatori economici di piccole/medie dimensioni (PMI) operanti in tali filiere.
Questa tipologia di impresa costituisce indubbiamente un elemento di forte potenzialità per know-how, capacità di innovazione e contributo al PIL nazionale, ma costituisce nel contempo un fattore di vulnerabilità nella catena produttiva (il cosidetto “anello debole”) per la forte esposizione a rischi di natura operativa e finanziaria.
Uno scenario di questo tipo è altamente probabile in contesti di crisi (come è avvenuto per l’evento pandemico del covid-19) ed in presenza di possibili soggetti ostili – soprattutto esteri – interessati a indebolire la capacità di tenuta del sistema produttivo nazionale (come emerge chiaramente dalle recenti audizioni del COPASIR).
Le PMI italiane – ancorchè operanti all’interno di tali filiere strategiche – non appaiono oggi sufficientemente strutturate (nella quasi totalità dei casi) per mantenere livelli di protezione idonei a garantire continuità operativa e stabilità finanziaria durante le situazioni di emergenza nazionale, a differenza delle cosidette “big corporate” che possiedono invece adeguate capacità organizzative in tal senso.
E’ quindi un interesse strategico delle grandi imprese (alla testa delle proprie filiere) il riposizionamento dei propri “albi fornitori” su criteri di crisis risk management, privilegiando quelle aziende che diano adeguate garanzie in situazioni degradate di sicurezza (come quelle indotte da una crisi globale) e garantendo pertanto una piena continuità operativa nella produzione/erogazione di beni e servizi a valle dell’intera catena.
Recependo questa necessità, il progetto SCUDO ITALIA (promosso da professionisti della sicurezza e della comunicazione ad elevata specializzazione) intende fornire uno strumento di efficace implementabilità nel contesto delle PMI operanti all’interno delle filiere strategiche nazionali, consentendo alle singole organizzazioni di mantenere – al manifestarsi di una improvvisa situazione di emergenza globale – le proprie capacità di protezione e di continuità operativa.
Il progetto SCUDO ITALIA prevede l’adozione di un protocollo di sicurezza già sviluppato per esigenze di protezione antiterrorismo e antisabotaggio per infrastrutture critiche, opportunamente integrato da elementi di business & operational continuity e di crisis communication.
Tale protocollo viene implementato all’interno del sistema di governance (già operante nell’impresa), successivamente validato e mantenuto latente in situazioni ordinarie, pronto ad attivarsi entro un arco temporale di 24 ore dal determinarsi di una situazione di crisi.
Il protocollo affronta aspetti di protezione fisica, cibernetica, reputazionale e finanziaria in contesti di accentuata vulnerabilità (come quelli determinati da una crisi globale), secondo un approccio all hazard basato sulla gestione dei rischi e su politiche di sinergia pubblico/privata in materia di obiettivi e strumenti operativi
Lo scopo è quello di mitigare i possibili effetti di un’emergenza generale, che per una PMI sono principalmente blocco operativo, crisi finanziaria e acquisizione societaria “ostile” da parte di entità esterne (con conseguenti rischi di perdita/cessione di know-how, di riposizionamento di mercato e di delocalizzazione). In un simile scenario, tutt’altro che teorico, le conseguenze sarebbero devastanti per il singolo operatore economico, per l’intera filiera di riferimento e per tutto il Sistema Paese, in un drammatico effetto domino
Il rafforzamento delle misure di protezione è quindi orientato al conseguimento della massima efficacia in termini di rapporto costi/benefici, in modo da risultare ampliamente sostenibile per un operatore economico di dimensioni medio/piccole.
In tale prospettiva, il progetto SCUDO ITALIA sarà promosso principalmente per le PMI appartenenti alle filiere strategiche nazionali, contribuendo altresì alla diffusione di una nuova cultura della sicurezza basata su obiettivi convergenti in tema di interesse economico e benessere sociale
In questa “mission”, il progetto SCUDO ITALIA vuole anche fornire un contributo metodologico alle politiche nazionali di attuazione della “Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile” promossa dalle Nazioni Unite, ove all’obiettivo 9 (“Imprese, innovazione e infrastrutture”) ed ai relativi sotto-punti ci si pone di promuovere l’innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile (obiettivo generale), sviluppare infrastrutture di qualità, affidabili, sostenibili e resilienti (punto 9.1), aumentare l’accesso dei piccoli industriali e di altre imprese (punto 9.2), aggiornare le infrastrutture e ammodernare le industrie per renderle sostenibili (punto 9.3), promuovere le capacità tecnologiche dei settori industriali (punto 9.5)
Ebbene, un tessuto produttivo sostenibile deve essere prima di tutto un “contesto sicuro” come condizione imprenscindibile di sviluppo per quella piccola e media impresa che in Italia è – da sempre – volano di innovazione e di forza creativa.